Embodied Flow – Multilivello
Embodied Flow è una scuola di yoga e movimento, fondata da Tara Judelle e Scott Lyons. Noi insegnanti di Samsara abbiamo studiato con Tara e Scott e Francesca Sutti è la prima insegnante italiana certificata in questo metodo.
Questo sistema, altamente trasformativo, unisce la filosofia tantrica non duale, lo hatha yoga (lo yoga che ha come punto di partenza il corpo), discipline somatiche, psicologia transpersonale, meditazione, per dare al praticante un senso di grande agio, libertà, creatività, forza, fiducia in sé. Corpo, mente e spirito lavorano insieme e tutti i livelli dell’essere umano sono coinvolti.
Cosa si fa in una lezione di Embodied Flow?
Ogni lezione diversa e generalmente include
– pratiche somatiche mirate a facilitare al praticante la percezione di sé nel corpo (embodiment)
– àsana e sequenze di àsana (le posture dello yoga)
– movimento libero con il supporto della musica
– respirazione, meditazione, rilassamento, pratiche di integrazione
Spesso la lezione è caratterizzata da una breve introduzione, che contiene spunti filosofici e contemplativi.
Perché ho scelto questa pratica
“Quello che ha significato per me Embodied Flow è stata la fine di una pratica yoga che dava un sacco di risposte preconfezionate, a favore di una esplorazione che mi invitasse continuamente a fare domande. La fine di una attitudine di grande sforzo, a favore di un approccio così sensibile e intelligente che mi ha permesso di praticare yoga in modo più sostenibile, con meno sforzo, più agio, più consapevolezza, più gioia. Se in altri approcci le istruzioni dell’insegnante sono molto esplicite e direttive, in Embodied Flow il facilitatore invita e guida il praticante a sentire sé stesso e a fare emergere la postura dall’interno, anziché “aggiustare” dall’esterno. Sorprendentemente questo ha un grande effetto sull’abilità che si acquisisce nell’entrare nelle posture, la libertà mentale, l’autodeterminazione dell’allievo e il suo allineamento che, lo ricordo, è un termine relazionale: ci si allinea a qualcosa. A cosa mi voglio allineare?
Il cambio di prospettiva sta nel fatto che corpo non è qualcosa da trascendere o giudicare, ma il mio strumento di risveglio, il corpo è vissuto, abitato, amato, non ho un corpo, ma sono, anche, un corpo, portatore di complessità e molteplicità, sono presente a tutti i tantissimi livelli di me, fisici e sottili, che sono iscritti nella parola corpo. E’ questo che intendiamo quando si parla di embodiment. Embodied Flow ha significato per me anche la fine della separazione tra meditazione e movimento, posso meditare seduta immobile, ma la mia meditazione può anche essere azione. Ha esplicitato la necessità di incarnare gli insegnamenti filosofici, che non sono, solo, parole da leggere tra le pagine di un testo. La parola flow, totale immersione, coincidere di essere e fare, è l’esperienza ottimale che vorremmo perseguire durante la pratica. Uno stato di coscienza modificato e presenza ininterrotta momento dopo momento, nel quale il tempo lineare sfuma, ci si muove in assenza di sforzo, riconnettendosi al flusso dell’energia creativa che ci attraversa.”
(Francesca Sutti – facilitatrice EF)